Transizione 5.0: la guida definitiva

Dicembre 17, 2024

Il piano di Transizione 5.0, attivo per il biennio 2024-2025, ha messo a disposizione delle aziende
e imprese italiane, sottoforma di credito d’imposta, una cifra complessiva di 6,3 miliardi di euro,
che serviranno a supportare e stimolare la digitalizzazione d’impresa, ridurre i consumi energetici e
l’impatto sull’ambiente da parte delle aziende. 4U Consulting ti aiuta ad ottenere il credito d’imposta per finanziare le attività della tua azienda. Non esitare a contattarci.

Il piano di transizione con questo nuovo sistema di crediti d’imposta si pone come obiettivo,
dunque, quello di supportare sia la transizione energetica sia quella digitale. Questi obiettivi sono di
forte rilievo per la crescita dell’efficienza e della forza industriale del nostro paese.
A permettere l’investimento, invece, è stato il decreto del PNRR, il Piano Nazionale di Resilienza e
Ripresa, dal quale derivano i fondi e anche le regole per riuscire ad ottenere le somme necessarie
agli interventi di digitalizzazione e di miglioramento dell’efficienza energetica aziendale.

transizione 5.0 guida


Il credito d’imposta al quale possono accedere le aziende come previsto viene calcolato sulla base
effettiva dei consumi energetici e a seconda dell’investimento fatto. Sulla base di questi fattori ogni
impresa può ottenere un credito d’imposta che va da un minimo del 35% fino a un massimo del
45%.
Accedere a questa opportunità non solo permette di ridurre i costi per le migliorie all’interno della
propria realtà imprenditoriale
, ma incentiva le aziende e imprese italiane ad attuarle in tempi brevi,
al fine di rendere sempre più efficienti e resilienti le diverse realtà produttive del paese.
Ma vediamo nel dettaglio, in questa guida definitiva, le principali caratteristiche del Piano


Di cosa si tratta


Come previsto dalle regole fissate con il decreto del PNRR, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, le
imprese che investono in: nuovi software e macchinari, in infrastrutture per migliorare la transizione
energetica, e anche nella formazione dei propri addetti, possono accedere a un credito d’imposta che
varia dal 35% al 45% dell’investimento fatto.
I nuovi piani d’incentivi sono stati inclusi all’interno del DL. 19/2024 successivamente convertito
nella Legge n. 56 del 2024, pubblicata sulla GU n. 100 il 30 aprile 2024.
La legge successivamente ha visto alcune modifiche quali: l’introduzione di un costo massimo per
la realizzazione degli impianti di produzione pensati per produrre e utilizzare energia proveniente da
energia rinnovabile; un processo di semplificazione per la redazione delle domande, andando ad
eliminare l’obbligo di certificazione energetica ex post.


Il decreto attuativo, che è poi quello al quale fare riferimento per verificare come funziona e i
requisiti per l’accesso a questo piano è stato pubblicato in forma definitiva il 26 luglio.


Come funziona

La procedura per richiedere il credito d’imposta in vista di un investimento da parte di un’impresa
per accedere al Piano di Transizione 5.0 richiede un percorso burocratico specifico attraverso la
compilazione e il caricamento sull’apposita piattaforma di tutti gli allegati richiesti dalla circolare
operativa.
Nel dettaglio, il percorso per accedere ai fondi prevede:

Prenotazione del credito d’imposta. Le aziende e imprese con i giusti requisiti devono
caricare una comunicazione preventiva sulla piattaforma dedicata per la Transizione 5.0.
Nella comunicazione preventiva deve essere inserita: la dichiarazione sostitutiva dell’atto di
notorietà, i documenti d’identità del legale rappresentante o del delegato, i dati del
certificatore con una dichiarazione di terziarietà.

Attendere la conferma della prenotazione. Questa deve essere fornita all’impresa entro 30
giorni. Una volta confermata, l’azienda dovrà fornire una dichiarazione per il pagamento. In
questo modo, ci sarà un pagamento in acconto pari al 20% degli impianti di autoproduzione
d’energia e dei beni acquistati.
All’interno della comunicazione che definisce la chiusura del progetto, l’impresa deve confermare o
modificare quanto aveva dichiarato nella sua comunicazione preventiva. Non può però variare
l’importo dell’investimento e nemmeno il processo che è stato interessato dall’investimento o la
struttura di produzione sulla quale si è eseguito.
Inoltre, dovranno successivamente essere fornite, per ottenere il credito d’imposta: le schede
tecniche del DNSH che servono a confermare l’investimento e anche l’attestato che comprova la
presenza della perizia asservata e della certificazione contabile.
Bisogna anche tenere conto che se all’interno dell’investimento sono inclusi l’installazione di
moduli fotovoltaici è necessario includere in questa anche l’attestazione del produttore per la
conformità nel rispetto dei parametri previsti dal Piano di transizione 5.0.
Il rispetto dei diversi requisiti permetterà all’azienda di ottenere il credito d’imposta complessivo in
una o più quote a seconda dell’importo che deve essere dato. In ogni caso, la parte eccedente
l’acconto del 20% che viene dato inizialmente, sarà erogato in 5 rate annuali di importo eguale a
partire dal 31-12-2025.
Infatti, anche l’ultimo investimento annesso al progetto presentato per l’ottenimento del credito
d’imposta deve essere obbligatoriamente concluso entro il 31 dicembre del 2025.


Cosa finanzia e requisiti


Gli incentivi sono rivolti solo alle aziende e imprese italiane che rispettano appieno i requisiti
imposti dalla legge. Nello specifico, i requisiti richiesti per l’ammissione prevedono:

  • Investimento in progetti innovativi che sono finalizzati a ridurre i consumi energetici
  • L’impresa deve rispettare le norme previste sulla sicurezza del luogo di lavoro.

L’azienda deve essere in linea con il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali
dei lavoratori. Le imprese possono attivare una sola pratica alla volta con un credito d’imposta massimo
applicabile su una spesa annuale che non può superare l’importo di 50 milioni di euro.

Non ci sono invece limiti per quanto riguarda la dimensione dell’azienda o impresa, la residenza della stessa, il regime fiscale o la sua forma giuridica.

Invece, non sono ammesse al Piano Transizione 5.0 tutte quelle imprese che si trovano:

  • In uno stato di difficoltà finanziaria
  • In liquidazione
  • In un processo che non rispetta il DNSH (Do No Significant Harm)

Per quanto riguarda l’investimento questo rende obbligatorio l’acquisto da parte dell’impresa di beni materiali o immateriali come ad esempio: i macchinari nuovi, componenti di macchinari per fare il revamping, nuovi software. I software possono essere anche dedicati al monitoraggio energetico oppure alla gestione d’impresa, l’importante è che rispettino i vincoli presenti nel piano 4.0 e garantiscano all’azienda un risparmio energetico.

All’acquisto di uno o più beni come sopradescritto, si possono aggiungere anche le eventuali spese che sono sostenute dall’azienda per l’autoproduzione dell’energia rinnovabile che viene destinata all’autoconsumo, ad eccezione però di impianti di biomasse.

Inoltre, per i sistemi di approvvigionamento e risparmio energetico sono fissati dei requisiti specifici ossia:

  • Installazione di pannelli fotovoltaici prodotti nell’Unione Europea che abbiano

un’efficienza che sia uguale o maggiore al 21,5%.

  • L’installazione di moduli fotovoltaici con un’efficienza pari o superiore al 23,5% da accesso a una maggiorazione del credito. La maggiorazione è del 120% per i moduli fotovoltaici a maggiore efficienza, mentre se si opta per moduli composti da delle celle bifacciali a eterogiunzione realizzati in tandem o in silicio, si ottiene un incremento fino al 140%, a patto che l’efficienza minima di questi sia pari al 24%.

Inoltre, bisogna considerare anche che l’impianto di produzione di energia pulita deve essere maggiore oppure uguale al 105% del fabbisogno di energia della struttura produttiva, considerando sia l’eventuale energia prelevata dalla rete sia quella che deriva dagli eventuali consumi di energia termica.

Per quanto riguarda la riduzione dei consumi, infine, questa deve essere minimo pari al 3% se si fa riferimento a una struttura produttiva, se si fa riferimento a una sede destinata al processo produttivo aziendale allora la riduzione minima dei consumi deve essere pari al 5%.

Infine, all’acquisto di beni e alle nuove infrastrutture aziendali per la riduzione dei consumi di energia, l’impresa può anche aggiungere all’investimento le spese che sono sostenute per la formazione del personale, per permettergli di acquisire oppure di migliorare e consolidare le loro competenze in campo digitale e nell’ambito della transizione energetica.

Le spese in formazione comunque non possono essere superiori ai 300 mila euro e non devono rappresentare più del 10% dell’investimento complessivo.

Rispettando tutti i requisiti e seguendo correttamente la procedura burocratica, le imprese che hannoaccesso al Piano di Transizione 5.0 potranno sia modernizzare la propria attività e i processi produttivi aziendali, ma saranno anche in grado di supportare una transizione ecologica che influirà positivamente sull’ambiente, oltre che sulle spese aziendali per i consumi di energia.

Condividi su

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Telegram

Richiedi una consulenza